MINI IDRAULICA

Nell'ambito dell'utilizzazione razionale delle energie cosiddette "alternative" o "integrative", lo sfruttamento dell'energia idraulica riveste sicuramente una grande importanza. I motivi del rinnovato interesse registratosi versi tale fonte di energia negli ultimi anni sono molteplici: l'elevata energia specifica, la sua diffusione sul territorio, la comprovata tecnologia presente in tale settore, il maggior desiderio di rendersi indipendenti dai servizi centralizzati di produzione e distribuzione dell'energia elettrica, l'imprevedibilità della variazione dei prezzi dei combustibili fossili tradizionali e la consapevolezza del rapido esaurimento delle riserve dei medesimi. In particolare un più ampio e diffuso impiego dell'energia idraulica in piccola scala presenta molti vantaggi di natura sia tecnica (affidabilità della fonte energetica, utilizzazione di corsi d'acqua anche modesti e marginali, rispetto degli ecosistemi naturali con impatti ambientali ridottissimi, elevato rendimento globale ottenibile, semplicità di costruzione e durata dell'impianto) che economica (investimento finanziario contenuto, costi di esercizio e di manutenzione estremamente bassi).

I luoghi in Italia e più in generale nel mondo adatti allo sviluppo dell'energia idraulica in piccola scala sono numerosi e molto varia è la tipologia dei possibili utenti costituiti, per la maggior dei casi, da semplici nuclei familiari, da borgate o da aziende agricole, artigianali e industriali vere e proprie.

La terminologia adottata in sede internazionale è la seguente:

Nella trattazione che segue si frà riferimento soprattutto alle microcentrali e alle mini centrali idroelettriche.

La potenza elettrica P (kW) ottenibile viene espressa dalla relazione seguente: P = 9,81 x Q x H x n ove:

Durante il periodo di funzionamento dell'impianto, la portata Q utilizzata dalla turbina può essere costante (condizione presente soprattutto nel caso delle microcentrali) oppure variabile nel tempo e pertanto il salto H risulta anch'esso costante o variabile, dipendendo dal tipo di turbina e dalle perdite di carico idrico distribuite e localizzate.

Il rendimento totale n della trasformazione dipende da molti fattori e risulta essere il prodotto di almeno quattro rendimenti parziali:

I valori normalmente assunti dal rendimento n sono:

L'opportunità di installare una sola unità generatrice oppure più turbine funzionanti in parallelo dipende da condizioni di natura sia tecnica che economica, da valutare attentamente previa analisi della curva di durata delle portate. L'energia meccanica o elettrica teorica ricavabile dall'impianto è funzione della potenza sviluppata durante il funzionamento del medesimo, mentre l'energia effettivamente consumata deriva dal coefficiente di utilizzazione degli apparecchi a esso collegati.

Centrali idroelettriche: rendimento

Pe [W] = potenza elettrica del generatore

P [W] = potenza teorica

h = Pe / P = Pe /(g Qv H)

g [N/m] = peso specifico dell'acqua

Qv [m/s] = portata volumetrica

H [m] = prevalenza

h c = rendimento delle condotte

h t = rendimento delle turbine

h a = rendimento dell'alternatore

h = h c h t h a = 0,82 ¸ 0,88

Principali componenti di un impianto idroelettrico

Un impianto idroelettrico è costituito da un insieme organico di macchinari, di apparecchiature varie e di opere di ingegneria destinato a trasformare l'energia idraulica di un corso d'acqua naturale o artificiale in energia elettrica. Pertanto analogamente ai grandi impianti seppur con gli opportuni adattamenti, in un micro o mini-impianto si possono distinguere:

Le opere suddette e il tipo di macchinario e di regolamentazione dipendono da fattori fisici inerenti alle condizioni di lavoro dell'impianto (quali l'orografia, il salto e la portata, la disponibilità di un bacino di accumulo idrico) e dal tipo di esercizio dell'impianto stesso (funzionamento autonomo oppure in parallelo con una rete elettrica esistente, funzionamento completamente automatico oppure con controllo periodico di un addetto, funzionamento continuativo oppure stagionale ). Il numero dei diversi componenti e la loro complessità costruttiva e, conseguentemente, operativa e gestionale variano poi ancora a seconda che si sia in presenza di una micro o mini-centrale, fermo restando che comunque tutti i componenti devono ottemperare alle normative legislative, tecniche, e ambientali. Una analisi dettagliata dei suddetti componenti occorrerebbe molto spazio, per cui conviene limitarsi ad alcune considerazioni principali.

Caratteristiche essenziali delle turbine

Turbine a flusso assiale

Sono munite di ruote tipo elica, adatte per impianti a bassa o bassissima caduta (fino a 20 - 30 m). Rappresentano il tipo più diffuso, sia per una maggiore facilità di standardizzazione costruttiva, che per la richiesta del mercato maggiormente spinta nell'ambito dei salti medio-bassi.

Turbine tipo Francis

Sono adatte per impianti a media caduta (da una decina a qualche centinaio di metri) e sono molto simili alle turbine Francis per impianti di taglia maggiore, a parte una maggiore semplicità costruttiva grazie al campo limitato di potenza e alle ridotte dimensioni.

Turbine tipo Pelton

Adatte per impianti ad alta caduta( fino a diverse centinaia di metri), sono anch'esse molto simili alla turbine per impianti di taglia maggiore.

Turbine a flusso radiale

Dette anche a flusso incrociato (cross flow), sono adatte per installazioni a basso e medio salto (da qualche metro fino a circa 100 m), sono utilizzate esclusivamente in impianti di piccola potenza.

Una diversificazione sostanziale si ha invece per il regolatore della turbina. Nelle minicentrali è tuttora molto diffuso il classico regolatore di portata meccanico ad azione tachimetrica adatto per la taglia e la modalità di esercizio del gruppo turbina turbina-generatore; nelle microcentrali invece si ricorre sovente ai più moderni e semplici regolatori elettronici "a carico costante" per le unità funzionanti autonomamente, mentre permane la regolazione idraulica per le unità in parallelo a una rete elettrica esistente. Supponendo infatti che la potenza generata non cambi, si mantiene costante anche l'assorbimento dissipando l'energia non consumata direttamente dagli apparecchi utilizzatori in resistenze che riscaldano aria o acqua. In tal modo rimangono costanti le caratteristiche elettriche di erogazione (tensione e frequenza), poiché il carico totale agente sul gruppo turbina-generatore permane comunque costante. Questo tipo di regolazione elettronica risulta normalmente molto interessante sia economicamente che tecnicamente (per la semplicità e l'affidabilità, per le possibilità di modularità, per l'elevatissima velocità di intervento e conseguentemente per l'inutilità di masse volaniche specifiche, per le possibilità di modularità, per la semplicità di manutenzione e riparazione dovuta alla intercambiabilità dei componenti). L'eventuale regolazione idraulica può essere successivamente eseguita manualmente oppure automaticamente.

A seconda dei regimi di rotazione nominali della turbina e del generatore si può poi avere un moltiplicatore di giri.

I generatori elettrici più comunemente utilizzati nelle microcentrali sono rispettivamente sincroni o asincroni per le unità autonome o in parallelo ad autonome o in parallelo ad una rete elettrica; nelle minicentrali invece i generatori sono normalmente sincroni, ma sono comunque frequenti anche generatori asincroni per il funzionamento in parallelo.

I quadri e le apparecchiature elettriche di comando e controllo risultano anche in questo caso semplificati per le micro centrali e più complessi per le minicentrali; in ogni casi i suddetti componenti sono necessariamente più sofisticati per il funzionamento in parallelo ad altre unità generatrici.

Il gruppo turbina - generatore e le apparecchiature connesse vengono infine alloggiati in un locale opportunamente dimensionato e provvisto delle adeguate protezioni.

 

Esempi

Le microcentrali idroelettriche Ecowatt sono centrali di piccola potenza (da 50 W a 50 kW) con regolazione automatica. La potenza elettrica ottenuta risulta proporzionale al salto (caduta) e alla quantità di acqua (portata) disponibili. Le microcentrali appartenenti alla categoria DC e AC erogano rispettivamente corrente continua a 24V accumulabile in batterie e corrente alternata monofase e trifase a 220/380 V e 50 Hz. Gli esempi successivi si riferiscono a microcentrali sincrone con turbina Pelton.

Caso

Microcentrale

Parametri idraulici

Parametri elettrici

Piccola borgata

Borgata Molè Comune di Vare (Torino)

Serie DC2

Salto netto H = 35 metri

Portata Q = 0,5 litri/sec

  • Potenza resa P = 800 W c.c. 24 v;
  • Batteria stazionaria 130 Amph
  • Apparecchi installati c.c 24 V: lampade per illuminazione, frigorifero, televisore.
Cascinale

Cascinale in loc. Pescina

Comune di Vaglia (Firenze)

Serie DC8

Salto netto H = 6,5 metri

Portata Q = 4 litri/sec

  • Potenza resa P = 150 W c.c. 24 V;
  • Batteria stazionaria 370 Amph
  • Invertitore a onda quadra c.c. 24 V/c.a. 220 V 450 VA
  • Apparecchi installati c.c 24 V: lampade per illuminazione, televisore, pompa di circolazione impianto di riscaldamento c.a. 220 V, utensili elettrici.
Alpeggio

Alpeggio del

Comune di Livigno (Sondrio)

Serie AC2

Salto netto H = 60 metri

Portata Q = 5,5 litri/sec

  • Potenza resa P = 1,8 kW c.a. monofase 220 V 50 Hz;
  • Apparecchi installati c.a. 220 V: lampade per illuminazione, scaldacqua, mungitrice, frigorifero
Ristorante

Ristorante La Pineta

Comune di Lorenzago (Belluno)

Serie AC4/38

Salto netto H = 142 m

Portata Q = 3,8 litri/sec

  • Potenza resa P = 3,5 kW c.a. monofase 220 V 50 Hz;
  • Apparecchi installati c.a. 220 V: lampade per illuminazione, frigorifero, scaldacqua, piccoli elettrodomestici.
Rifugio

Rifugio Re Magi

Comune di Nevache (Francia)

Serie AC4-75

Salto netto H = 170 m

Portata Q = 12 litri/sec

  • Potenza resa P = 15 kW c.a. trifase 380 V e monofase 220 V 50 Hz;
  • Apparecchi installati c.a. 220 V: lampade per illuminazione, elettrodomestici, scaldacqua, radiatori elettrici per il riscaldamento.

Un esempio nel Trentino

L'azienda dei Fratelli Pedron è situata in un ambiente collinare apparentemente avverso all'insediamento di un'azienda agricola moderna, ma la fantasia e la volontà dei conduttori ne hanno fatto un modello d'ottima ed armoniosa utilizzazione delle risorse ambientali disponibili. La presenza di un corso d'acqua ha completato gli elementi necessari per un piccolo impianto idroelettrico in grado di produrre l'energia necessaria all'alimentazione del macchinario dell'azienda, al riscaldamento dell'abitazione e di alcune serre per la coltivazione floreale.

L'impianto è stato realizzato nell'arco di un anno, dopo il rilascio della concessione alla derivazione di acque pubbliche. Il corso derivato è il Rio Valsorda nel Comune di Mattarello (TN).

L'impianto è del tipo ad acqua fluente e sfrutta un alto salto lordo di 88 metri ed una portata media di 100 l/s.

L'energia prodotta viene utilizzata in bassa tensione dall'azienda e la quota eccedente viene ceduta in media tensione nella ree di distribuzione ENEL. La produzione è ottenuta per mezzo di macchina asincrona per una potenza massima di 110 kW.

L'opera di presa è costituita da una traversa di sbarramento alta circa 30 cm e larga un paio di metri, nella quale è ricavato un canale di derivazione il cui cielo è protetto da una griglia metallica. L'acqua tracima la traversa e, quindi, lambisce la griglia metallica inclinata verso il basso nel senso del flusso dell'acqua, per favorirne l'autopulitura. Il canale di derivazione convoglia la portata in una vasca di carico, che svolge anche la funzione di dissabbiatore, del volume di 20 m circa, ricavata nelle immediate vicinanze della presa. Uno sfioratore restituisce il prelievo in eccesso nel torrente e mantiene la pulizia della superficie nei confronti dei corpi galleggianti.

La condotta forzata si sviluppa su un percorso di 550 metri ed è stata realizzata con tubi d'acciaio del diametro di 300 mm, provvisti di rivestimento bituminoso. La tubazione è stata interrata lungo tutto il tracciato ad una profondità di 1 m.

La turbina idraulica è del tipo Pelton ad asse verticale con quattro introduttori, ognuno dei quali è in grado di alimentare la ruota per una portata di 45 l/s. Si è ottenuta in questo modo una notevole flessibilità della macchina idraulica rispetto alle variazioni di portata. La ruota è assialmente collegata al generatore asincrono ed il gruppo assume la velocità di rotazione di 1000 giri/min.

La regolazione del gruppo è basata sul principio dello sfruttamento della massima portata derivabile ed è ottenuta per mezzo della regolazione del livello della vasca di carico. Il collegamento alla rete di distribuzione ENEL è protetto con i relè previsti dalla normativa attuale. In centrale sono installati gruppi di misura Utif per l'energia prodotta e ENEL per l'energia scambiata.

Considerazioni economiche

Per procedere alla valutazione economica dell'impianto idroelettrico, appurato l'andamento della potenza generabile e dell'energia effettivamente utilizzabile nel periodo di funzionamento dell'impianto stesso, si procede alla definizione di tutte le voci di costo ripartite in

Per quanto concerne i benefici ricavabili vi è sovente una notevole diversità a seconda che l'impianto sia autonomo o lavori in parallelo con la rete elettrica pubblica. In ogni caso in tali valutazioni occorre procedere il più dettagliatamente possibile ed è chiaro che la convenienza economica cresce quanto più si utilizza l'energia prodotta dall'impianto. Vi sono parecchi metodi per valutare la convenienza suddetta: alcuni metodi confrontano globalmente il costo dell'investimento con il risparmio energetico ottenibile, mentre altri metodi confrontano il costo unitario globale dell'energia auto prodotta con quello dell'energia altrimenti prevista, energia quest'ultima fornita dalla rete pubblica o da altre fonti energetiche (gruppo elettrogeno a olio combustibile, impianto a energia solare, eolica, ecc.). L'analisi economica viene estesa al tempo di vita dell'investimento e viene effettuata applicando un opportuno tasso di attualizzazione ai valori dei diversi anni.

Il costo unitario dell'energia prodotta, ossia il costo del chilowattora C, viene calcolato con la formula seguente:

C = [I / NE ] + [I / E ] x i + [G / E ]

Dove i parametri rappresentano:

Sinteticamente si può affermare che mentre il costo del macchinario è più facilmente definibile a priori, i costi relativi alle opere civili risultano fortemente variabili in funzione delle caratteristiche dei siti e degli eventuali imprevisti tecnico-burocratici che si possono incontrare in fase di esecuzione dei lavori. L'esperienza comunque conferma che l'idroelettricità in piccola scala risulta normalmente competitiva rispetto alle altre fonti energetiche rinnovabili e sovente anche nei confronti delle fonti tradizionali soprattutto quando per queste ultime vengono calcolati gli "effettivi" costi globali unitari. Infine, considerata l'importanza del rispetto ambientale, valore emerso con particolare evidenza in questi tempi e per il quale è auspicabile un interesse sempre più ampio anche per il futuro, si piò certamente confermare che le micro e mini-centrali presentano ampie garanzie in tal senso, tenuto conto delle loro stesse caratteristiche intrinseche di installazione e di funzionamento.

 

Normativa

Per procedere alla installazione di una micro o mini-centrale idroelettrica occorre innanzitutto essere in possesso della concessione per la derivazione delle acque, la cui domanda va inoltrata alla Regione interessata mediante l'Ufficio del Genio Civile che deve esaminare il progetto dell'impianto. Una copia di tale progetto deve essere presentata alla Sovrintendenza di beni territoriali, qualora l'impianto venga installato in una zona soggetta a vincoli ambientali. Occorre anche inoltrare una comunicazione scritta al Ministero dell'Industria, Commercio e artigianato, all'ENEL e all'Ufficio tecnico delle imposte di fabbricazione della provincia (UTIF) e, se necessario si deve presentare domanda al Corpo Forestale dello Stato nel caso di esecuzione di sterri. Il Comune di appartenenza deve infine essere interessato in merito alle strutture edili previste nel progetto. Alcune delle domande suddette possono essere eliminate nel corso di ricostruzione di un impianto obsoleto o di ammodernamento di un impianto già funzionante.

Per quanto riguarda l'energia elettrica prodotta essa può essere utilizzata completamente per i consumi interni dell'autoproduttore oppure può essere ceduta interamente o in parte all'ENEL che ha la funzione di banca d'energia e che stipula con l'autoproduttore un vero e proprio contratto commerciale, la cui tipologia viene solitamente definita in base alla potenza generata e alla configurazione dei consumi effettuati dall'autoproduttore stesso (contratto di cessione totale o parziale, scambio, vettoriamento, integrazione, soccorso, riserva programmata, ecc.).

Bibliografia:Barbari-Chiappini-Martini,l'Italia Agricola-Quaderni Enel