CICLO FRIGORIGENO

 

 

V = valvola d'espansione

C = condensatore

E = evaporatore

P = compressore

L = lavoro meccanico del compressore

L = Qs - Q1

Qs = calore ceduto dal condensatore

Q1 = calore sottratto nell'evaporatore

P = potenza = m L

Ove m è la massa del fluido di lavoro ed L è il lavoro fornito nel ciclo.

1° fase: Espansione.

Il liquido, alla temperatura di 30 gradi e ad alta pressione, fuoriesce dalla valvola di espansione e va nella serpentina ove si espande immediatamente e diminuisce di pressione e di temperatura.

2° fase: Evaporazione.

Dopo l'espansione il liquido refrigerante ha modificato il suo equilibrio pressione-temperatura preesistente, 0essendo ora la sua pressione troppo bassa per la temperatura; deve quindi produrre più gas per aumentare la pressione e ristabilire l'equilibrio; ma l'evaporazione richiede la somministrazione di calore che viene prelevato dall'ambiente intorno la serpentina; la temperatura dell'ambiente diminuisce per conseguenza.

Il liquido cambia il suo stato in gas, ma la pressione non aumenta perché c'è il compressore che continua a pompare il gas dal circuito bassa pressione (serpentina) a quello ad alta pressione (condensatore). Il calore ceduto dall'ambiente al gas per l'evaporazione, segue il liquido nel circuito alta pressione e va nel condensatore.

3° fase: Compressione.

Questa fase è necessaria proprio per fare transitare il calore raccolto (ceduto) dall'ambiente nel circuito alta pressione, e questo calore non può essere ceduto se non ad altro ambiente a temperatura più bassa. Quando tutto il liquido espanso nella serpentina sarà passato al di là del compressore (nel circuito alta pressione) trasportandosi seco tutto il calore sottratto all'ambiente, la valvola di espansione si chiude e nel circuito alta pressione aumenta sia la pressione sia la temperatura.

4° fase: Condensazione.

Il liquido refrigerante, ad alta pressione (e quindi tutto gassificato) e ad alta pressione viene spinto nel condensatore ove per mezzo di un getto di acqua oppure di aria, viene raffreddato. (Si usa l'aria per i piccoli frigoriferi domestici, l'acqua nei grandi frigoriferi industriali). Il gas, che era in equilibrio ad alta temperatura e ad alta pressione ,viene ora a trovarsi ad alta pressione e ad bassa temperatura; deve perciò modificare il suo stato ridiventando liquido e diminuendo la sua pressione. Il calore che viene ceduto all'acqua o all'aria del condensatore è uguale a quello sottratto all'ambiente dalla serpentina.

Dopo la condensazione il liquido cade liberamente nel serbatoio e si accinge a ritornare nella valvola di espansione per ricominciare il ciclo.

Refrigeranti

Effetto frigorifero

Temperatura solidificazione

Temperatura critica

Pressione critica assoluta

kJ/kg°K

°C

°C

MPa

Ammoniaca

1102,6

- 77,9

132,4

11,3

Freon 11

157,2

- 111

198

4,37

Freon 12

116,3

- 155

112

4,21

Freon 22

162,5

- 160

96

4,93

Un buon fluido frigorigeno deve avere:

 

Per diminuire l'emissione di gas nocivi nell'atmosfera e la quantità di CO2, alcuni gas per sistemi refrigeranti sono stati dichiarati banditi o soggetti a restrizioni e sono stati individuati nella legge 549 del 1° gennaio 1994,come ad esempio gli idrocarburi alogenati Cfc e quelli parzialmente alogenati Hcfc.

 

Esempio di refrigerazione di prodotti alimentari

Quantità di calore da sottrarre ai prodotti agricoli per la loro perfetta conservazione

Per determinare la quantità di calore da sottrarre ad una data sostanza (abbassandone la temperatura) è necessario conoscere il calore specifico della sostanza stessa. Il calore specifico di una sostanza è la quantità di calore (calorie) da somministrare, o da sottrarre, ad un chilogrammo di quella sostanza per elevare, o abbassare, di un grado la sua temperatura. Dalla definizione di calore specifico deriva la formula seguente che permette il calcolo delle calorie da sottrarre ad una data sostanza per abbassarne la temperatura al valore assoluto.

Calorie = calore specifico x kg x variazione di temperatura

I valori specifici dei vari prodotti si trovano in apposite tabelle.

Il calore specifico assume valori diversi a seconda ci si trovi al disopra del punto di congelamento o al di sotto; di conseguenza si sceglierà il valore più opportuno a seconda della temperatura.

Determiniamo, a chiarimento di quanto esposto, le calorie da sottrarre a 200 kg di carne fresca per portarne la temperatura da + 32 °C a +4 °C. Dalla tabella si vede che il punto di congelamento è - 2,8 °C, per cui assumeremo per il calore specifico il valore 0,75.

Applicando la formula si ottiene:

Calorie da sottrarre = 0,75 x 200 x (32 -4) = 4.200

Nella quarta colonna della tabella sono stati riportati i valori del calore latente che rappresenta il numero delle calorie che occorre sottrarre ad un kg di sostanze durante il congelamento.

In questa fase, nella quale avviene il cambiamento di stato, la temperatura rimane invariata.

Supponiamo di voler portare i 200 kg di carne dell'esempio precedente da +32 °C a -5 °C; in questo caso si procederà così:

  • calorie da sottrarre per raggiungere il punto di congelamento:

0,75 x 200 x (32 + 2,8) = 5.220 Cal.

  • calorie da sottrarre durante il congelamento:

54 x 200 = 10.800 Cal.

  • calorie da sottrarre per passare da - 2,8 a - 5 °C:

0,40 x 200 x (5 - 2,8) = 176 Cal.

Calorie complessive da sottrarre: 16.196 Cal.

Quantità di calore da sottrarre all'ambiente in cui sono posti i prodotti.

Si è visto nell'esempio precedente come non presenti difficoltà conoscere il calore da sottrarre ai prodotti per abbassarne la temperatura al valore voluto. Molto più difficoltosa è invece la valutazione delle calorie da asportare per mantenere freddo lo spazio interno del locale frigorifero; infatti, del calore penetra continuamente dall'esterno attraverso le pareti, il soffitto ed il pavimento, ed ancora attraverso la porta ogni qual volta essa viene aperta. Conviene, quindi, ricorrere a delle regole pratiche dettate dall'esperienza.

Per un locale frigorifero mantenuto ad una temperatura compresa tra +1,5 e + 4,5 °C, con un volume di 10 metri cubi, con uno spessore isolante di una decina di centimetri, si può ritenere che vanno sottratte 17 - 18 calorie per metro quadrato di superficie ogni ora.

Scelta del sistema refrigerante

La potenzialità che deve possedere un impianto frigorifero, ovvero le calorie orarie che esso deve essere in grado di asportare, è data, come facilmente si comprende, dalla somma di due quantità di calore:

  • quello da sottrarre ai prodotti;
  • quello da sottrarre all'ambiente in cui essi sono posti.

Supponiamo di voler calcolare la potenzialità di un impianto frigorifero necessario ad un locale delle dimensioni di 1,8 x 2,5 x 2,0 metri, che abbia un isolamento, su tutte le pareti, realizzato con uno spessore di 10 cm. Di sughero.

I prodotti da trattare siano 200 kg di carne fresca e 100 kg di lattuga e devono essere portati in 24 ore da + 30 °C a +1,7 °C.

Dalla tabella ricaviamo i calori specifici per i due prodotti, essi sono:

  • - 0,75 per la carne;
  • - 0,90 per la lattuga.

Pertanto le calorie orarie da asportare per raffreddare in 24 ore i prodotti da + 30 °C a +1,7 °C saranno:

[0,75 x 200 x (30 - 1,7)] / 24 + [0,90 x 100 x (30 - 1,7)] /24 =

= 177 + 106 = 283 calorie/ora.

Per mantenere l'ambiente frigorifero alla temperatura di 1,7 °C, ricordando quanto esposto all'esempio precedente, occorrerà asportare 18 calorie ora per ogni metro quadrato di superficie del locale.

La superficie laterale del locale frigorifero è:

2 x (1,8 x 2,5) + 2 x (2,0 + 2,5) + 2 x (1,8 + 2,0) = 26,20 mq

per cui si dovranno sottrarre ogni ora 26,20 x 18 = 472 calorie.

La potenzialità dell'impianto frigorifero sarà dunque di:

283 + 472 = 755 calorie/ora.

Per determinare le potenza del motore elettrico necessario ad azionare il gruppo frigorifero basta dividere la potenzialità dell'impianto per 3000, con temperatura del locale frigorifero superiore a 0 °C, e per 1500 per temperature inferiori.

Pertanto, nell'esempio precedente sarà necessario un motore elettrico della potenza di 755/3000 = 0,25 HP, cioè di 1/4 di HP

 

CLIMATIZZAZIONE

Il benessere ambientale e' legato all'esigenza da parte dell'organismo umano di smaltire la potenza termica sviluppata in seguito al suo metabolismo basale, senza che la temperatura del corpo si discosti dal suo valore standard di 37 °C.

Lo scambio di calore con l'ambiente di una persona risulta somma di tre quantità:

Occorre, quindi, che l'organismo sia in grado cedere all'esterno la quantità di calore prodotta perché si stabiliscano delle condizioni di benessere da parte dell'individuo. I parametri che concorrono a stabilire le condizioni di benessere sono essenzialmente tre:

Le condizioni di benessere sono, inoltre, influenzate dalla purezza dell'aria, poiché normalmente essa risulta inquinata negli ambienti dalla presenza di CO2 (emessa dall'uomo in circa 28l/h), odori sgradevoli, fumo, batteri, ecc. Per assicurare un sufficiente ricambio dell'aria occorre un apporto negli ambienti di almeno 25 mc/h per individuo. La temperatura interna e l'umidità relativa di benessere, per temperature reali esterne tra i 25 °C e 35 °C, si calcolano come dal seguente esempio:

Temperatura reale esterna = 32 °C

Temperatura interna (32 + 20) / 2

Umidità relativa = 60% - (32 - 25) = 53%.

 




Ricambio d'aria

Le unità di trattamento dell'aria prevedono in genere il funzionamento con una percentuale più o meno grande di aria esterna.

In alcuni casi, l'impianto aspira tutta l'aria direttamente dall'esterno, mentre l'aria viziata viene espulsa completamente dagli ambienti per sovrappressione e/o con un sistema di estrazione forzata. In altri, esiste una rete di canali che riprendono l'aria dall'ambiente e, in parte, la reimmettono nell'impianto, dove si mescola con una porzione d'aria esterna, prima del trattamento. In questi casi, l'impianto prevede, o dovrebbe prevedere, tre serrande di regolazione sui condotti di espulsione, ricircolo e presa d'aria, che consentono di variare il rapporto tra aria esterna e ricircolata nella miscela inviata alle batterie di scambio termico.

Il trattamento dell'aria esterna, rispetto a quello dell'aria ricircolata, è naturalmente più oneroso.

E', quindi, doveroso chiedersi se il proprio impianto stia funzionando correttamente, dal punto di vista energetico, o se stia invece determinando sprechi di energia. La tabella seguente riporta una serie di valori di portata per persona, individuati dallo Standard ASHRAE come valori di riferimento per il ricambio d'aria minimo e raccomandato in vari ambienti.

Ambiente

Occupazione [mq/pers]

Portate raccomandate [mc/h pers]

Portate minime [mc/h pers]

Abitazioni, cucina e bagno

18

54 - 90

36

Abitazioni, altre zone

18

12 - 18

9

Negozi, grandi magazzini

3

18 - 27

13

Sale d'attesa

2

36 - 45

27

Uffici

9

27 - 45

27

Ospedali, cam. sing./ doppie

4

27 - 36

18

Aule scolastiche

2

18 - 27

18

Musei, sale d'esposizione

1,3

18 - 27

13

Se il ricambio d'aria è superiore ai valori raccomandati, l'impianto sta funzionando in modo energeticamente sfavorevole, senza che vi sia una giustificazione in termini di comfort.

Climatizzazione degli ambienti

Le economie conseguibili nella climatizzazione degli ambienti con l'utilizzo della pompa di calore si riferiscono al minor consumo che questa consente, rispetto al sistema convenzionale, (caldaia) ne periodo invernale. I consumi estivi per il raffrescamento ambientale sono uguali sia che venga utilizzata la pompa di calore sia il tradizionale condizionatore.

Per il solo riscaldamento ambientale, le numerose configurazioni impiantistiche non consentono una sintesi di validità generale come per gli altri casi; tuttavia si può affermare che, ai costi attuali dei combustibili e dell'energia elettrica, il tempo di ritorno è superiore ad otto anni.

Nel caso di utilizzo della pompa di calore per il solo riscaldamento dell'acqua calda sanitaria i tempi di ritorno dell'investimento sono superiori a 4 anni.

Zona

Utenza

Costo sistema

Risparmio annuale

Tempo di ritorno

Tradizionale

con PDC

Con PDC

Energia primaria

Gestione

ML

ML

%

ML

Anni

Nord

Piccola

17

20

21

1,4

2,4

Media

54

59

21

7,5

0,7

Centro

Piccola

17

20

29

1,3

2,6

Media

54

59

29

7,1

0,7

Sud

Piccola

17

20

37

1,1

3,1

Media

54

59

37

6,0

0,9

I calcoli sono stati fatti con le seguenti condizioni:

  • pompe di calore aria-acqua;
  • costo energia elettrica 300 lire/kWh;
  • costo gas metano 1000 lire/mc (prezzo variabile da città a città e non può essere assunto univocamente).

Non sono stati evidenziati i costi d'impianto, in quanto per essi la differenza tra sistema convenzionale (caldaia + refrigeratore) e sistema a pompa di calore è minima.

  • Le utenze indicate, piccola e media, considerano volumetrie pari a 1800 e 10000 mc rispettivamente;
  • Costi indicativi dei sistemi riferiti al 1994. Non sono inclusi i costi d'impianto

 

Bibliografia:Atti della Conferenza dell'Energia del 1998-Sciubba:Applicazioni in agricoltura,Calderini Ed.