IL RIFASAMENTO DEI CARICHI ELETTRICI

 

Il rifasamento è una tecnica di uso razionale dell’energia: migliorando il fattore di potenza delle macchine e degli impianti, consente di ottenere sensibili risparmi economici, con vantaggio sia dell’utente che del produttore e distributore. I risparmi sono tanto più consistenti quanto più elevato è il fabbisogno di energia elettrica: per questo motivo le Aziende industriali medie e grandi dovrebbero esservi particolarmente interessate, qualunque sia lo specifico settore di attività.

Svantaggi di un basso fattore di potenza

Un basso fattore di potenza causa nell’impianto diversi inconvenienti che si riflettono, oltre che sul rendimento, anche sui costi d’esercizio.

Un basso cos f comporta infatti:

La normativa del CIP

Il provvedimento del Comitato Interministeriale Prezzi n. 12/1984 pubblicato sul supplemento straordinario alla Gazzetta Ufficiale n.104 del 13/4/1984 ha stabilito le modalità di addebito per basso fattore di potenza relativamente alle forniture con potenza impegnata superiore a 15 kW regolate da tariffe non multiorarie.

L’addebito è duplice: per i quantitativi di energia reattiva, espressi i kVARh, compresi tra il 50% e il 75% del corrispondente prelievo di energia attiva espresso in kWh (e cioè per fattore di potenza medio mensile compreso tra 0,9 e 0,8) si applicano i seguenti corrispettivi:

Per i quantitativi di energia reattiva numericamente eccedenti il 75% del corrispondente prelievo di energia attiva (e cioè per fattore di potenza medio mensile inferiore a 0,8) si applicano, invece, i seguenti altri corrispettivi:

Per le forniture regolate da tariffe multiorarie occorre tenere conto che i limiti indicati sussistono solo per i prelievi di energia reattiva effettuati in ciascuna delle fasce orarie alle ore di punta invernali e alle ore piene invernali ed estive; in questo caso le penali per i quantitativi di energia reattiva compresi tra il 50% e il 75% del corrispondente prelievo di energia attiva sono le seguenti:

Infine, per i quantitativi di energia reattiva eccedenti il 75% del corrispondente prelievo di energia attiva si applicano i seguenti corrispettivi:

Risulta evidente, da quanto esposto, che all’utente conviene sempre prelevare energia elettrica con un corretto fattore di potenza, perché ciò equivale ad economicità nell’uso dell’energia.

 

Come si migliora il fattore di potenza

Per migliorare il fattore di potenza si può ricorrere ad accorgimenti tecnici di tipe tipi: uno, diretto, tendente ad eliminare o limitare i prelievi di energia reattiva; il secondo, indiretto, che consiste nel fornire all’impianto l’energia reattiva richiesta senza prelevarla dalla rete.

Il sistema diretto consiste nell’utilizzare le macchine in modo razionale. In particolare:

L’altro sistema, indiretto, non esclude certamente il primo, ma piuttosto lo integra: si tratta del rifasamento vero e proprio. Questo, riducendo la corrente assorbita da un impianto di utilizzazione:

E’ quindi importante ricordare che il rifasamento apporta vantaggi di due ordini:

 

Esempi

Influenza del B.F.P. sul prelievo di corrente dalla rete

  1. Lampada tubolare fluorescente da 80 watt (con reattore) alimentata da 220 Volt

Se cos f = 1

Assorbe I = P/V cos f = 80/220 x 1=0,36 A

Se cos f = 0,7

Assorbe I = P/V cos f = 80/220 x 0,7=0,52 A

Cioè il 44% in più

Motore trifase da 10 CV (cioè 7500 Watt) alimentato a 380 Volt con rendiemento h = 0,8

Se cos f = 1

Assorbe I = P/V cos f h =

7500/380 x 1 x 0,8 = 14,24 A

Se cos f = 0,7

Assorbe I = P/V cos f h =

7500/380 x 0,7 x 0,8 = 20,34 A

Cioè il 43% in più

Potenza reattiva da installare

Pr = Q1 – Q2 = P (tgf 1 - tgf 2) (kVar)

Perdite interne per effetto Joule

monofase

P = VI cos f

I = P / V cos f

J = RI (kW)

trifase

P = VI cos f

I = P / V cos f

J = 3RI (kW)

R rappresenta la resistenza del conduttore.

 

Rifasamento

Metodologia e Criteri di intervento

Partendo dai dati contenuti nella relazione di diagnosi energetica e da quelli forniti dall’Enel, si calcolerà la potenza reattiva della batteria dei condensatori da installare e si valuterà la fattibilità tecnico-economica dell’operazione in termini di:

L’energia elettrica viene utilizzata direttamente per:

Ogni utenza elettrica che impegna potenza attiva e reattiva è caratterizzata (dal punto di vista dell’utilizzo dell’energia elettrica) dal rapporto tra le suddette grandezze.

Valori limite del fattore di potenza

Primo caso:

potenza reattiva = 50% della potenza attiva

tag Fi = Q/P = 0,5 quindi cos Fi = 0,892 ; quindi, cosFi circa 0,9

 

  Secondo caso:

potenza reattiva = 75% della potenza attiva

tag Fi = Q/P = 0,75 quindi cos Fi = 0,8

 

 

 

Terzo caso:

potenza reattiva = 100% della potenza attiva

tag Fi = Q/P = 1 quindi cos Fi = 0,707

 

 

Per 0,9 £ cosFi < 1 non si paga penale, in quanto la potenza reattiva risulta minore del 50% della potenza attiva

Per 0,8 £ cosFi < 0,9 (tutta l’energia reattiva è compresa tra il 50% ed il 75 % dell’energia attiva) l’Ente fornitore fa pagare una penale per ogni kVARh tra il 50% ed il75% rilevato dal contatore.

Per cosFi < 0,8 (l’energia reattiva è superiore al 75 % dell’energia attiva) l’Ente fornitore fa pagare una penale per ogni kVARh oltre il75% superiore a quella del punto precedente.

 

VANTAGGI DELL’OPERAZIONE RIFASAMENTO

L’operazione di rifasamento del carico consiste nel riportare il basso valore di cosFi posseduto dall’impianto al valore di cosFI 0,9.

Ciò si ottiene con l’immissione di potenza reattiva di tipo capacitivo, allo scopo di compensare la potenza reattiva induttiva richiesta, con l’inserimento di condensatori in parallelo al carico stesso.

Diagramma delle potenze:

 

Cos Fi1=0,9

Cos Fi2=0,8

Cos Fi3=0,7

Q = potenza reattiva necessaria al carico

Qc1 = potenza reattiva fornita dai condensatori

Qc2 = potenza reattiva fornita e trasportata dalla linea

Per rifasare da 0,7 (cosFi3) a 0,9 (cosFi1) è necessaria una potenza reattiva del tipo capacitivo del valore:

Qc1 = P x (tgFi3 – tgFi1)

Si può notare che passando da 0,7 (cosFi3) a 0,9 (cosFi1) metà della potenza reattiva viene fornita dalla linea, l’altra metà dai condensatori.

Dalla figura si evidenzia che, rifasando è possibile ottenere una sensibile riduzione del valore di Ip (corrente sulla linea), e precisamente:

Id1 = Ip x (0,7/0,9)

Vantaggi del rifasamento:

Riduzione delle perdite per effetto Joule nei trasformatori e nei cavi a monte del punto di installazione dei condensatori, le perdite diminuiscono in quanto la corrente diminuisce; la riduzione D Pd delle perdite è:

D Pd = Pp x [1- (cosFip/cosFid)2] (Fonte ENEL).

Il pedice p indica la situazione prima del rifasamento e il pedice d la situazione dopo il rifasamento.

Cos f desiderato

0,90

0,95

1,00

Cos f iniziale

0,10

9,45

9,60

9,96

0,20

4,41

4,57

4,90

0,30

2,70

2,85

3,18

0,40

1,81

1,96

2,29

0,42

1,68

1,83

2,16

0,44

1,56

1,71

2,04

0,46

1,45

1,60

1,93

0,48

1,34

1,50

1,83

0,50

1,25

1,40

1,73

0,52

1,16

1,31

1,64

0,54

1,07

1,23

1,56

0,56

1,00

1,15

1,48

0,58

0,92

1,08

1,40

0,60

0,85

1,00

1,33

0,62

0,78

0,94

1,27

0,64

0,72

0,87

1,20

0,66

0,65

0,81

1,14

0,68

0,59

0,75

1,08

0,70

0,54

0,69

1,02

0,72

0,48

0,63

0,96

0,74

0,42

0,58

0,91

0,76

0,37

0,53

0,86

0,78

0,32

0,47

0,80

0,80

0,27

0,42

0,75

0,90

 

0,16

0,48

 

In corrispondenza del valore esistente del cos f e di quello da ottenere si legge direttamente in tabella il coefficiente per il quale si devono moltiplicare i kW dell'impianto per ottenere i kVAR della batteria di rifasamento.

Esempio: Se la potenza mediamente prelevata è pari a 150 kW e il cos f è 0,54, qualora l’utente desideri rifasare a 0,90 trova in tabella, in corrispondenza dei due valori (riga 0,54 – colonna 0,90) il coefficiente 1,07. La batteria di rifasamento dovrà pertanto avere potenza Q = 150 x 1,07 = 160 kVAR

 

Dove si installano i condensatori rifasatori

I condensatori possono essere installati in ogni punto dell’impianto in cui il fattore di potenza risulti basso, per fornire in quel punto l’energia reattiva richiesta. A seconda del tipo dei carichi, della loro ubicazione e della contemporaneità della loro alimentazione, si possono riconoscere tre diversi metodi di rifasamento: il rifasamento distribuito, il rifasamento per gruppi, il rifasamento centralizzato.

Questi metodi saranno esaminati in dettaglio ai punti 23, 24 e 25 ma fin da ora è possibile dire che per uno stabilimento alimentato in media o alta tensione (che costituisce una impianto abbastanza esteso e complesso) risulta preferibile, nella maggior parte dei casi, un sistema di rifasamento misto, cioè:

I sistemi di rifasamento

Non è facile dare un suggerimento universalmente valido per la scelta di un metodo anziché un altro: infatti, le caratteristiche dell’impianto da rifasare devono essere accuratamente studiate per la scelta dello schema più conveniente. Ecco, comunque, i vantaggi e gli svantaggi di ciascuno dei tre sistemi.

Rifasamento distribuito.

E’, dal punto di vista tecnico, la migliore soluzione in quanto permette di ridurre le perdite e le cadute di tensione in tutti i conduttori sino ai morsetti dell’apparecchio utilizzatore; inoltre, non richiede, salvo casi particolari, organi di protezione e manovra appositi per il condensatore, perché si fa uso di quelli stessi dell’apparecchio che si deve rifasare. Se, però, gli apparecchi da rifasare sono molti e non vengono usati contemporaneamente, questa soluzione può risultare meno economica delle due seguenti.

Rifasamento per gruppi.

Consiste nell’installare uno o più condensatori di potenza complessiva adeguata per ogni gruppo di apparecchi alimentati da uno stesso cavo o disposti in uno stesso reparto. Questo sistema comporta, in genere, il collegamento dei condensatori al quadro di distribuzione del reparto o ad un sistema di sbarre: sarà pertanto un rifasamento a bassa tensione nella maggior parte dei casi, ma talora anche a media tensione. Se poi il prelievo degli apparecchi utilizzatori da rifasare è molto variabile nel tempo, è opportuno prevedere un sistema di inserzione e disinserzione automatico costituito da un relè amperometrico o da un regolatore di cosFi.

 

Rifasamento centralizzato.

Consiste nell’installare una batteria di condensatori unica per tutto l’impianto. Tale batteria sarà di norma posizionata in parallelo alle sbarre in uscita dal secondario del trasformatore riduttore di tensione.

Per il rifasamento centralizzato è consigliabile, a maggiore ragione , il dispositivo di comando automatico predetto. La batteria deve essere inserita all’inizio del lavoro e disinserita al termine dello stesso per evitare di fornire alla rete, nei periodi di inattività dello stabilimento, potenza reattiva. Dal punto di vista economico, si tenga presente che, a parità di potenza reattiva, i condensatori a MT costano meno di quelli a BT, ma richiedono l’installazione di una apparecchiatura di manovra e protezione più costosa. In conclusione questo schema di rifasamento potrebbe apparire il più semplice, ma non riduce le cadute di tensione e le perdite nell’impianto a valle, all’interno dello stabilimento. Risulta, quindi evidente che il rifasamento è tanto più efficace quanto più è decentrato.

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